L'ipersensibilità dentinale un problema fastidioso
- autore Dental Tribune International
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La salute orale nell'adulto sta andando incontro ad un cambiamento. L'idea che la maggior parte delle persone, nel corso della vita, si debbano rassegnare a perdere un gran numero di denti è stata sostituita con l'aspettativa che manterranno la maggior parte dei loro denti per tutta la vita.
Questo cambiamento epidemiologico ha alcune conseguenze. Per prima cosa molti denti che adesso vengono conservati possono avere una ricca esperienza di carie e/o di malattia parodontale. In secondo luogo, i denti ora mantenuti sono suscettibili all'insorgenza di nuove problematiche, la maggior parte delle quali riguardano condizioni croniche degenerative.
Tali condizioni comprendono l'attrito, l'abrasione, le fratture delle cuspidi e le incrinature a livello coronale o radicolare, situazione che crea un aumento di malattie e di condizioni e potenzialmente di sintomi, incluso dolore e disagio nella visita dal dentista. Una delle possibili causa di tali sintomi è proprio l'ipersensibilità dentinale.
Definita come dolore caratteristico, breve e acuto, derivante dall'esposizione della dentina, è di solito in risposta ad una serie di stimoli termici, tattili, di evaporazione, osmotici o chimici, e che non può essere attribuito a nessun altro difetto, malattia o patologia dentale (Canadian Advisory Board on Dentine Hypersensitivity 2003).
È probabile che la prevalenza dell'ipersensibilità dentale aumenti come risultato del cambiamento epidemiologico al mantenimento della dentatura. Sempre più spesso gli odontoiatri si trovano a dover diagnosticare e gestire questa condizione, di cui soffrono molte persone. Le statistiche di incidenza variano dal 3% al 57%, ma per le persone con patologie parodontali l'incidenza è molto più elevata > 78% (Chabansky et al.). Per alcuni può costituire solo un problema di lieve entità , che si manifesta con il classico dolore lancinante per pochi secondi. Proteggendo i denti con la lingua o adottando qualche semplice precauzione (es. lavando i denti con acqua tiepida e non con acqua fredda) l'individuo può condurre una vita relativamente normale, consapevole degli stimoli che scatenano il dolore e prendendo le misure necessarie.
Recentemente in Italia è stato condotto uno studio su 116 pazienti che ha evidenziato che il 46% ne soffriva (Guerra 2017). È risaputo ormai come tale problema possa avere ripercussioni anche sulla qualità della vita dei pazienti (Bekes 2013). Si è dibattuto a lungo su come uno stimolo applicato alla dentina esposta possa generare una risposta dolorosa istantanea. Nel 1972 Brännström propose la sua "teoria idrodinamica" come meccanismo per la trasmissione del dolore in seguito a stimolazione della dentina. Cause esterne possono causare un cambiamento di pressione all'interno dei tubuli il che porta alla stimolazione delle terminazioni nervose e al dolore (Brännström 1972).
Confrontando l'ipersensibilità dentinale con altre condizioni orali se ne comprende l'impatto sulla percezione individuale della salute orale. L'influenza del dolore sulla salute orale percepita dal paziente è ovviamente considerevole, indipendentemente dalla sua localizzazione. I pazienti con ipersensibilità grave subiscono un impatto sostanziale sulla qualità di vita. I problemi funzionali e i disagi psicologici ascrivibili per buona parte al dolore generato da ipersensibilità dentinale ne evidenziano il fastidio sulla qualità di vita e salute orale percepita dai pazienti.

Adalberto Dr. Valenti
Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia a Pavia ed ho uno studio nel centro di Monza, nel quale lavoro da 27 anni e nel quale ho visitato negli anni quasi tremila pazienti, cercando di mettere sempre al centro il rapporto umano oltre che la cura e l'attenzione per la salute delle persone.
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